Il 25 novembre e 2 dicembre abbiamo avuto il piacere di tenere i nostri primi eventi pubblici al politecnico di Torino e all’università.
Primi per portata e visibilità. Per la prima volta abbiamo cercato, e ottenuto, la collaborazione di due importanti istituzioni della nostra città. La risposta è stata lusinghiera e importante in termini di partecipazione e crescita della community, oltre 150 persone hanno partecipato ai due eventi. Grazie!
Iniziamo dalla fine, i feedback dei partecipanti, numerosi e che ci consentiranno di continuare a migliorare.
I feedback dei partecipanti alla sessione del Politecnico | |
I feedback dei partecipanti alla sessione dell’università | |
In entrambe le sessioni abbiamo accolto i partecipanti con una tipica board Scrum per stabilire il programma e per introdurre tutti a concetti di flusso e di definition of done.
Il programma come era composto dai talk:
- Software: storia, mercato e complessità (slide)
- Kanban (slide)
- Scrum, si può applicare agli esami per superarli con il massimo dei voti? (slide)
- Il Manifesto dei valori e dei principi (slide)
Software: storia, mercato e complessità
Luca Vettor ci ha portati nel mondo dell’evoluzione del software con uno story telling partito dal concetto di scrittura come elemento che ha consentito agli esseri umani di superare la necessità di ricordare e li ha portati verso una possibilità del tutto nuova di elaborare la memoria.
Ci ha poi portato, attraverso il concetto di urgenza nel risolvere un problema, nella seconda guerra mondiale e nello sforzo degli alleati nel decrittare i codici tedeschi attraverso il lavoro di Alan Turing e del suo hardware/software Enigma.
L’urgenza permane durante la guerra fredda alla quale una delle risposte arriva dagli investimenti in conoscenza fatto dall’incubatore dell’università di Stanford nell’area che oggi si chiama Silicon Valley.
Gli ultimi quarant’anni vedono un’accelerazione di eventi e di obiettivi, da “un computer su ogni scrivania” di Bill Gates alle odierne app e allo sviluppo del software come sviluppo di un’esperienza con l’utente al centro.
Nel frattempo il modo in cui si scrive il software si è trasformato, dai primi hardware/software accoppiati con Turing fino al codice di alto livello, passando per una fase che ci sembra quasi ingenua del codice binario con l’obiettivo del calcolo puro.
Kanban
Renato Brazioli ci introduce all’evoluzione metodologica nata in Giappone in Toyota e poi deflagrata nel mondo del software in questo millennio.
La sua introduzione è delicata e sembra non aver nulla a che fare con il software. Ci parla cioè dell’ingresso ai meravigliosi giardini imperiali di Tokyo e di come il flusso dei visitatori venga gestito con dei cartellini in modo da evitare l’afflusso eccessivo e consentire ai visitatori di godere della pace dei giardini durante la visita. Si tratta dell’applicazione del Kanban per la gestione del flusso dei visitatori.
L’esposizione diventa più tecnica nel prosieguo con i concetti di spreco e un bell’esempio legato al traffico e alla capacità di un’autostrada.
Dopo un rapido sguardo al kanban nel manifacturing, Renato introduce i concetti noti al mondo del software con la proiezione guidata di alcune board che evidenziano i principi di visualizzazione del flusso, limite del work in progress, policy esplicite, misura e identificazione nuove opportunità.
Scrum, si può applicare agli esami per superarli con il massimo dei voti?
Pino Decandia ci ha portato nel mondo del framework di sviluppo prodotto più utilizzato. La presenza della board fisica alle pareti è stata fondamentale perché è stato possibile riferirsi di continuo nell’esposizione dei concetti. Pino è partito dal concetto di obiettivo e di come il mestiere dello sviluppatore di software non sia quello di scrivere codice quanto di risolvere problemi.
Lo Scrum è stato introdotto con esempi. La pila di documenti come backlog con, in alto, le cose più prioritarie. I gradini come passi incrementali per raggiungere l’obiettivo.
Quindi sono state date le definizione di Scrum con l’indicazione dei creatori, del concetto di framework e la visualizzazione del ciclo di sviluppo con alcune slide animate.
Infine Pino ha provato a calare i concetti dello sviluppo incrementale alla realtà degli studenti presenti in aula definendo la necessità dell’obiettivo, dei passi incrementali per raggiungerlo e dell’inspect & adapt.
Il Manifesto dei valori e dei principi
Presentazione in coppia con Daniel Palmisano e Luca Bergero che ci hanno dato il quadro valoriale alla base del movimento agile con il Manifesto del 2001.
Luca e Daniel hanno introdotto il tema parlando del modello classico di sviluppo del software, il waterfall, delle sue caratteristiche e del perché in certi contesti risulta inefficace nel rispondere al cambiamento.
Il taglio è stato quello di mostrare rapidamente le pratiche Agili per poi spostarsi sui valori fondamentali e sui principi categorizzati sulle aree del Valore, Comunicazione, Esecuzione e Cambiamento.
Come si adotta Agile? Passando per l’approccio Shu Ha Ri, derivante dalla arti marziali, Daniel e Luca ci hanno guidato lungo l’approccio incrementale e la necessità di disciplina. L’agile ha molte meno regole di framework e metodologie precedenti, è quindi indispensabile un alto livello di disciplina per il percorso di adozione.
Chi ci ha aiutato
Ringraziamo della disponibilità il prof. Maurizio Morisio del Politecnico di Torino e Claudia Picardi, Viviana Bono e Gianluca Torta per l’università.
Un grazie enorme a Marco Saccenti, membro della community, per l’aiuto competente e appassionato sugli aspetti organizzativi e di comunicazione.
Prossimi eventi
Seguite i nostri meetup e non perdete la Torino Agile Conference il 3 febbraio 2018.