Mercoledì 15 febbraio, gentilmente ospitati dal Toolbox Coworking di Torino, il meetup Agile Community Torino si è incontrato come d’abitudine per passare assieme dei momenti piacevoli ed istruttivi, alla scoperta dei mille risvolti che compongono il mondo del pensiero agile, snello e libero.
Ma libero da cosa? Per iniziare dai tanti pregiudizi con cui ci costruiamo i muri che ci impediscono di esprimere appieno il nostro potenziale! Come individui ma soprattutto come gruppi di persone desideriamo collaborare ma spesso non sappiamo farlo al meglio. Non è semplice evitare le trappole disseminate sul nostro percorso, magari dimentichiamo di ascoltare le opinioni altrui, focalizzandoci solo su quanto vogliamo dire, o non ci sforziamo a sufficienza di rendere comprensibile il nostro pensiero, o magari perseveriamo su strade che in fondo sappiamo già che non porteranno ad un esito soddisfacente, perché non sappiamo come fare per cambiare rotta prima che sia troppo tardi… questi sono solo alcuni esempi di situazioni in cui il nostro “pilota automatico” ci può portare fuori strada.
Ma niente paura, le liberating structures sono qui proprio per guidarci attraverso questo percorso a ostacoli, ed Eleonora Della Bernardina è stata la nostra guida in occasione di questo incontro, aiutandoci a sperimentare in prima persona il potere di queste micro strutture e dare finalmente il nostro meglio, insieme.
Senza dilungarsi in troppe spiegazioni, Eleonora ci ha sottoposto la prima delle 4 liberating structures che avremmo sperimentato durante la serata, una interessante sessione di confronto chiamata Impromptu Networking. Ci siamo quindi posti una domanda (beh tecnicamente 2): “in quale dei principi del manifesto Agile ti ritrovi maggiormente, e con quale invece hai più difficoltà?“. Abbiamo incominciato a riflettere su questo interrogativo da soli, poi formando delle coppie ci siamo raccontati qual è stata la rispettiva risposta data. Ci siamo poi ritrovati a confrontarci a gruppi di quattro persone sullo stesso tema, incorporando sempre più alla nostra idea iniziale anche quanto raccolto dai nostri interlocutori.
Siamo poi passati ad una sessione denominata Appreciative Interviews, durante la quale abbiamo prima raccontato una nostra storia di successo ad un compagno, per poi provare a raccontare non più la nostra, ma la storia che avevamo appena ascoltato ad altre due persone che si sono unite a noi nella seconda fase della sessione. Un ottimo esercizio per imparare ad osservare il mondo con gli occhi delle altre persone e capirne più a fondo il punto di vista.
TRIZ, che gli autori delle liberating structures definiscono “distruzione creativa” è stata una sessione particolarmente stimolante, in cui abbiamo provato ancora una volta ad osservare le cose da una prospettiva diversa. In sostanza ci siamo chiesti: quali strategie e comportamenti possiamo mettere in atto ogni giorno affinché processi e strumenti, la documentazione esaustiva, la negoziazione dei contratti e il perseguire il proprio piano abbiano sempre maggior valore delle persone e delle loro interazioni, il software funzionante, la collaborazione con il cliente e il rispondere al cambiamento? (puoi approfondire questi valori sul sito ufficiale del manifesto agile).
Cosa possiamo fare per capire meglio queste affermazioni e le loro implicazioni sul nostro modo di lavorare, ad esempio? TRIZ ci viene in aiuto chiedendoci di ribaltare il nostro modo di pensare, e di mettere in discussione quelle idee che normalmente consideriamo intoccabili. Così facendo possiamo osservare le conseguenze ed avere una migliore comprensione del perché facciamo le cose in un certo modo, e di come potremmo fare per migliorarci.
Da ultimo abbiamo provato a selezionare tra quanto emerso sotto forma di post-it tutto ciò che vediamo abitualmente nella nostra realtà, e ci siamo ancora chiesti: cosa possiamo fare per migliorare qualcuna di queste situazioni? Qualcosa di piccolo, che sta a noi soltanto, ma che può fare una differenza? Spesso è tutto ciò che serve, un piccolo sforzo che dia il segnale giusto, e questo, per gli autori delle liberating structures, è ciò che chiamano 15% Solutions.
La serata è stata davvero piacevole ed istruttiva, e come sempre accade in queste circostanze, il tempo è volato. Purtroppo non siamo riusciti a fare una seppur breve retrospettiva per raccontarci cosa ci siamo portati a casa, ma posso senz’altro dire di aver allargato le mie prospettive e di aver aggiunto un nuovo strumento alla mia cintura degli attrezzi di facilitatore delle conversazioni di cui sono parte, anzi non uno ma ben 33 (non appena Eleonora ci farà sperimentare anche gli altri 29 😁).
Se vuoi approfondire ulteriormente la fondamentale importanza di agire a passi piccoli in un mondo complesso come quello in cui viviamo oggi, perché non ti unisci a noi Martedì 28 Febbraio?
Mark McKergow ci racconterà come questa sia una caratteristica fondamentale per un Host Leader!
Se, invece, vuoi approfondire ulteriormente le Liberating Structures puoi dare un’occhiata al sito ufficiale: http://www.liberatingstructures.it/