Il 13 aprile abbiamo creato una nuova occasione d’incontro per la nostra community, discutendo in un meetup di un argomento non proprio tipico delle conversazioni tra professionisti e praticanti dell’agilità, ma con alcuni punti di contatto: il mondo delle startup.
Abbiamo infatti ospitato Djungle Studio e una delle sue startup, “Mammt”, per farci raccontare cosa sia e come funzioni uno “startup studio” e come, al suo interno, si sia progettata e realizzata una startup che è arrivata a confrontarsi con il mercato, superando quindi tutte le fasi di sviluppo e test interne.
Startup Studio
Monica Carpanese di Djungle Studio ha introdotto i concetti principali che definiscono uno “startup studio”, segnalando in particolare le differenze con gli incubatori e acceleratori di startup. Un argomento molto interessante nato da questa parte della presentazione è il diverso investimento “affettivo” rispetto a chi fonda una singola startup: la produzione seriale di esperimenti da parte di uno startup studio permette di affrontare in modo meno drammatico il momento di “staccare la spina”, quando un esperimento non raggiunge gli obiettivi che si è dato.
Il racconto di una startup
Daniele Albano, designer di Mammt, ci ha raccontato invece come è nato e come si è sviluppato il progetto della startup che si occupa di consegnare pasti a domicilio (per ulteriori dettagli, cliccate sul link). Il pubblico di agilisti che si sono riuniti ad ascoltare il racconto di questa esperienza si è sentito subito “a casa”, man mano che le slide di Daniele snocciolavano un numero sempre più alto di iterazioni!
Il percorso di progettazione e implementazione è emerso come una storia avvincente, piena di sorprese e imprevisti per chi ha progettato il servizio: ogni iterazione descritta è stata un’occasione per raccogliere e analizzare dati, per capire meglio le esigenze dei clienti e le sfide organizzative del servizio.
Ma anche altre considerazioni hanno attirato la nostra attenzione. In ordine sparso: alcune riflessioni su come impostare e distribuire i questionari mentre si sonda il mercato; la definizione “Minimum Viable Team” per l’avvio del progetto e l’assetto variabile del team durante lo sviluppo; la funzione dei momenti di incontro e condivisione dello startup studio e la loro interazione, a volte problematica, con lo sviluppo del progetto; le sfide di ampliare l’area coperta dal servizio, l’eterna lotta tra “make” e “buy”…
Insomma, ancora una volta dal racconto di un’esperienza sono arrivati alla nostra community degli stimoli a riflettere. Se volete partecipare ai prossimi incontri o aiutarci a trovare nuovi argomenti, questi sono i link del nostro meetup e del nostro gruppo Telegram. Vi aspettiamo!